Uno dei rischi legato all’uso di Internet è di rimanere vittime di Cyberbullismo: viene così definito l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone, attraverso messaggi, Whatsapp e Social Network.

Il Cyberbullismo

Il Cyberbullismo è la manifestazione online di un fenomeno più ampio, classico e purtroppo ben conosciuto: il bullismo; fenomeno fatto di azioni diffamatorie, violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni posso riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche e persecuzioni, ma oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi in maniera più profonda nella vita delle vittime, in qualsiasi momento e in qualsiasi forma con messaggi, immagini, video denigratori e offensivi. Questo tipo di bullismo ha nuove caratteristiche: viene coinvolto un pubblico notevolmente più ampio; la diffusione dei contenuti diventa rapidissima e incontrollata; la parvenza di anonimato dei cyberbulli (che spesso creano profili falsi per diffondere determinati contenuti) e l’assenza di contatto diretto con la vittima li rendono ancora più crudeli.

Il cyberbullo

Una volta, quando le generazioni non erano digitalizzate, il bullo, era solitamente il ragazzino più grosso, più forte e più maleducato e che non spiccava certo per la sua intelligenza. Le cose con il tempo sono alquanto cambiate e oggi, anche se è rimasta comunque inalterata la vigliaccheria di fondo di tali soggetti nel prendersela con i più deboli, il bullo via Internet ha un profilo totalmente differente; un’ottima descrizione del “tipico bullo in rete” viene offerta dalla Polizia Postale sul proprio sito:  “Hanno un’ età compresa tra i 10 e i 16 anni, un’immagine di bravi studenti, una competenza informatica superiore alla media e un’ incapacità di valutare la gravità delle proprie azioni commesse online; utilizzano Internet per realizzare quello che magari non riescono a vendicare nella vita reale”.

Questi soggetti si sentono inferiori agli altri ed è proprio per questo che hanno l’esigenza di individuare la vittima da far sentire più piccola di loro. Devono avere il controllo e, per farlo, puntano a distruggere le qualità della persona formulando insinuazioni negative e offese su tutto ciò di cui la vittima va fiera; il loro intento è minare profondamente l’autostima. Non agiscono quasi mai singolarmente, spesso sono guidati da sentimenti di rabbia, frustrazione, dal desiderio di rivalsa o dalla ricerca spasmodica di ammirazione e approvazione.

La vittima

La vittima perde automaticamente il rispetto del cyberbullo; appare silenziosa e timida, è timorosa di aprire bocca per evitare di essere attaccata o di sbagliare. Si sente repressa, soffocata. Il costante stress a cui è sottoposta può provocarle varie forme di disturbi psicosomatici, ansia, depressione e, nei casi più gravi, può generare tendenze al suicidio. Chiunque può essere vittima di cyberbullismo:  basta essere percepiti come diversi dal gruppo per una qualsiasi ragione ed essere considerati un facile bersaglio.

Come arginare questa nuova forma di provocazione?

Da una parte ci sono le autorità che, con una legge entrata in vigore nel 2017, hanno adottato un approccio più educativo chiamando in causa il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per adottare provvedimenti a carattere preventivo e istituendo all’interno di ogni istituto scolastico un referente per il coordinamento delle iniziative di prevenzione e di contrato al fenomeno. Inoltre , la legge prevede che ciascun minore vittima di cyberbullismo può avanzare al gestore del sito o del social media la richiesta di oscuramento, rimozione o blocco dei contenuti che lo danneggiano.

Dall’altra parte ci sono i social network, da più parti accusati di essere uno strumento formidabile per la diffusione di diffamazioni, minacce e immagini di cattivo gusto, che cercano di porre un freno a tutto questo. Il primo passo significativo è stato fatto da Facebook Italia che, con un’iniziativa promossa insieme a Save the Children e Telefono Azzurro, ha realizzato un’apposita piattaforma con lo scopo di condividere informazioni e suggerimenti in caso di necessità: chi segnalerà episodi di bullismo verrà direttamente indirizzato su tale piattaforma dove troverà consigli utili.

Come proteggersi

Proteggere il proprio figlio dai cyberbulli non è affatto semplice; un’ottima scelta di prevenzione consiste nell’insegnare loro come comportarsi di fronte alle sollecitazioni negative dei cyberbulli: si può uscire vincitori solo se non ci si arrabbia qualsiasi cosa dicano perché proprio dalla rabbia e dall’umiliazione insorte in seguito al suo comportamento il bullo prende potere.

Di seguito il video “Cosa è il Cyberbullismo –” realizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano.


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