Jackson Pollock, Convergence, 1952

“Cercare di capire l’universo che ci circonda”. Una giovane donna descrive così il suo lavoro in una recente intervista con la direttrice del settimanale D, pubblicata nei giorni scorsi sul sito di Repubblica (qui l’intervista completa). Si tratta di Anna Grassellino, studiosa di fisica quantica al FermiLab di Chicago, a cui è stato conferito dallo stesso settimanale il premio “Donna dell’anno 2020”.

Sono belle le parole che Anna usa per descrivere il proprio lavoro, ma soprattutto è luminosa l’immagine che incarna e che ci restituisce: una tenace donna siciliana alla guida di un manipolo di scienziati presi a decodificare e scomporre la “materia oscura”.

Ciò che colpisce è la sua determinazione, la serietà del suo impegno, l’ottimismo contagioso e soprattutto l’approccio creativo rispetto a una professione che ci appare molto complessa.

L’occasione di Anna, per realizzarsi come donna e studiosa, è stata la scienza.

La scienza abbatte i confini e soprattutto riesce a superare le differenze di genere. Lo afferma con entusiasmo lei stessa nel corso dell’intervista.

Le sue sono parole preziose che incoraggiano tutte le lavoratrici oggi in difficoltà. I dati ci dicono che la pandemia da Covid-19 ha presentato alle donne italiane un conto piuttosto salato. Il Rapporto di Confindustria-Federmanager sulla leadership femminile, pubblicato nei mesi scorsi, testimonia che, rispetto agli uomini, quasi il doppio delle donne ha perso il lavoro. L’emergenza sanitaria sta mettendo in pericolo le conquiste conseguite negli ultimi decenni sulle asimmetrie lavorative di genere.

Anche lo smart working sembra avere un impatto più forte nella quotidianità femminile. Molte donne vengono praticamente risucchiate dal lavoro online e dalla gestione domestica, senza più riuscire a marcarne i rispettivi confini.

Sui giornali gli articoli da scorrere sono tanti e si legge spesso il termine “resilienza”, associato al genere femminile. Il timore è che poi la resilienza si trasformi in rassegnazione.

Il genio femminile merita spazio e considerazione. Ci auguriamo che questo Natale rechi in dono a tutte le donne la forza e la volontà di scomporre e neutralizzare la “materia oscura” del pregiudizio e le paludi dell’immobilismo.

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