Una raccolta di racconti che esplorano vicende legate fra loro dalla presenza costante della pioggia, presenza a volte silenziosa e appena accennata altre volte torrenziale e minacciosa. Racconti che scandagliano il mondo dell’animo umano, degli animi umani, e la vita che ruota intorno, complessa, imperscrutabile e meravigliosa. Sovvertendo certezze, regalando sorprese, confermando o smentendo, ma sempre attirando e catturando  il lettore con un misto in cui l’inquietudine, la palpitazione, il dolore o la gioia creano uno straniamento emotivo, un desiderio di conoscerne cento, mille, infinite, di queste esistenze, senza tregua, per condividere con loro la voglia di fuggire dal dolore e di ricercare un’oasi di senso e di serenità.

Quei fili sottili che scendono dolci dietro i vetri della mia finestra, creando una sottile nebbiolina riescono a proteggere i miei occhi stanchi dalla luce accecante del sole e a ridarmi la pace. Se la notte ho sudato tra le lenzuola, angosciata da sogni sconnessi ai quali sono incapace di dare una spiegazione logica, quell’acqua al mattino tira via tutto il malessere che mi ha tormentato fino all’alba, quando finalmente apro gli occhi. Amo la pioggia. E tutto ciò che porta via con sé. I miei dubbi, i miei rancori, la mia solitudine, il mio orgoglio, le mie paure”.

Queste le parole di Roberta Martinozzi, che è una narratrice “noir”. I suoi racconti sono intensi e misteriosi, avvolgono il lettore in una sottile tela di ragno e lo conducono negli impervi e seduttivi sentieri della mente umana. Con “E la pioggia c’è sempre” esordisce da “solista”, sebbene molti dei suoi racconti siano stati pubblicati in raccolte collettive nell’ambito del laboratorio di scrittura diretto da Cinzia Tani.


Roberta Martinozzi, E la pioggia c’è sempre, L’Occhio di Horus APS, 2024, ISBN 978-88-32202-37-3



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