IL MIO POTERE E’ L’EDUCAZIONE (My power is education): questo lo slogan con cui l’UNESCO ha deciso di celebrare la Giornata internazionale dell’Educazione, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il 24 gennaio con l’obiettivo di rimarcare il ruolo dell’educazione nell’impegno per conseguire la pace fra i popoli e lo sviluppo delle società.

L’istruzione è un diritto umano, un bene pubblico e una responsabilità pubblica.

Senza un’istruzione di qualità, che sia inclusiva ed equa e che offra opportunità per tutta la vita a tutti, i paesi del mondo non riusciranno a spezzare il ciclo della povertà che sta lasciando indietro milioni di bambini, giovani e adulti.

Oggi, nel mondo, 262 milioni di bambini e giovani, cioè 1 bambino su 5, non frequentano la scuola; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere e fare semplici operazioni matematiche; 750 milioni di adulti sono analfabeti e i 2/3 di loro sono donne; meno del 40% delle ragazze nell’Africa subsahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa quattro milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola.

Anche in Italia, dove siamo portati a pensare che non esistano problemi di istruzione, non tutti riescono a beneficiare di un adeguato e fruttuoso percorso formativo: 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi e un quarto dei ragazzi di 15 anni non raggiunge le competenze minime in matematica, in scienze e in lettura.

Inoltre, la povertà educativa non si riferisce soltanto al contesto scolastico: quasi la metà dei bambini e adolescenti italiani non ha mai letto un libro non scolastico e non ha visitato una mostra o un museo; oltre il 60 percento dei bambini e ragazzi in età compresa tra 6 e 17 anni, nel 2018, non sono andati ad un concerto di musica classica o a teatro o a visitare un sito archeologico o un monumento.

E alla povertà educativa fa seguito la povertà materiale con una dinamica in cui queste due condizioni si alimentano a vicenda: chi nasce in una famiglia in difficoltà economica avrà a disposizione meno strumenti per riscattarsi in futuro da una condizione di marginalità sociale. Sarà più propenso ad abbandonare la scuola prima del tempo, e da adulto avrà più difficoltà a trovare un lavoro stabile. E a sua volta, potrà offrire meno opportunità ai suoi figli, perpetuando così questo circolo vizioso.

Ecco il significato profondo della Giornata Internazionale dell’Educazione: i danni alla formazione e all’istruzione continuano ad ipotecare il benessere economico degli individui e delle nazioni ed occorre il concorso di tutte le energie per contrastare il loro verificarsi.

Noi cosa possiamo fare? Sicuramente continuare ad istruirci, in ogni luogo e in ogni tempo della nostra vita, e sicuramente aiutare gli altri ad istruirsi, mettendo a disposizione le nostre passioni, i nostri interessi, le nostre risorse culturali.


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