Panoramica dell'oratorio

Una gita alla scoperta di angoli nascosti o poco conosciuti compiuta in una bellissima giornata autunnale di novembre, ci ha portato a contatto con questo gioiello della produzione figurativa del primo Quattrocento a pochi chilometri da Roma in un contesto naturale di grande valenza ambientale.

L’Oratorio della Santissima Annunziata

L’Oratorio della Santissima Annunziata di Riofreddo è uno dei più importanti documenti pittorici del primo Quattrocento nel Lazio. Sull’architrave esterno una targa marmorea reca la data 1422, che potrebbe essere quella della realizzazione degli affreschi interni, per volere di Antonio Colonna, signore di Riofreddo durante il pontificato di Martino V (al secolo Oddone Colonna, papa dal 1417 al 1431), quasi sicuramente in una serie di attività promosse all’indomani della conclusione dello Scisma d’Occidente. Non si conosce la vera identità dell’autore, un pittore che viene abitualmente indicato come Maestro di Riofreddo.

Varcato il portale con arco a tutto sesto, si accede ad una semplice aula rettangolare con volta a botte, un’unica navata priva di abside curvilineo ma completa di presbiterio rialzato e di altare, dove all’essenzialità della struttura architettonica fa riscontro la monumentale ricchezza delle pitture che decorano le superfici interne. Esse ricoprono interamente le pareti e costituiscono un importante esempio della pittura tardogotica laziale, con influssi stilistici di derivazione giottesca e del gotico internazionale. Sulla parete dietro l’altare è rappresentata l’Annunciazione; nella lunetta che sovrasta l’ingresso è raffigurata una Crocifissione; la volta presenta Cristo in gloria tra gli angeli  e coppie di Evangelisti e Dottori della Chiesa; sulle pareti laterali vi sono finte tappezzerie con motivi geometrici e floreali.

L’Annunciazione

Sulla parete di fondo, sopra l’altare è rappresentata l’Annunciazione: in primo piano sulla sinistra l’arcangelo Gabriele s’inginocchia davanti alla vergine indicando con l’indice alzato la volontà divina. Di fronte a lui, nella zona opposta, Maria si alza dal suo scranno e s’inchina al messo divino in atto di accoglienza e di umile accettazione, con il capo reclinato e le mani incrociate sul petto. Sullo sfondo un paesaggio curiosissimo: una immaginaria città saliente, con portici, logge, bifore, battisteri, finestre, piccole verande gotiche, case alte, e dietro i tetti altre case, scale che si arrampicano verso il cielo e una fitta vegetazione, simbolo del Paradiso. Al centro della lunetta, nelle sembianze giovanili di Cristo, è raffigurato l’Eterno in atteggiamento benedicente e con la mano protesta in direzione di Maria.

La Crocifissione

La crocifissione

Nella lunetta che sovrasta l’ingresso, in mirabile sintesi, sono raffigurati il Cristo in croce tra la Vergine e Giovanni Evangelista, seduti in un paesaggio spoglio e roccioso. Gesù è raffigurato come Christus patiens con gli occhi chiusi e il capo reclinato, conservando nel volto un’intensa forza espressiva; Maria è accovacciata a terra, con il capo coperto, ripiegata su se stessa in una gestualità dolente; San Giovanni è rappresentato in atteggiamento di preghiera in prossimità di uno sperone roccioso; due angeli piangenti si inseriscono in posizione simmetrica ai lati della croce.

Cristo in gloria tra gli angeli

Al centro della volta, seduto in posizione frontale e ieratica con la mano destra alzata in atto benedicente e la sinistra intenta a sostenere il Libro della sua Parola, è rappresentato il Redentore nella sua gloria; è al centro dell’Empireo, circondato da una moltitudine di cori angelici suddivisi in base alla tradizionale gerarchia medioevale. I primi due cerchi sono dedicati ai cori degli angeli che sono a maggiore contatto con la divinità e in particolare Serafini, Cherubini e Troni, con i rispettivi attributi (le sei ali, i libri). Nell’anello successivo sono raffigurate le schiere di Dominazioni, Virtù e Potestà. Nell’anello esterno compaiono Principati e Arcangeli, tradizionali messaggeri e accompagnatori dell’umanità. All’esterno otto Angeli suddivisi in coppie rappresentano l’ultimo coro. ”Traghettando” le animule dei beati, essi istituiscono un richiamo significativo al contesto ospedaliero dell’Annunziata, alludendo in maniera esplicita alla destinazione d’uso dell’oratorio, di certo impiegato anche come cappella funeraria

Evangelisti e Dottori della Chiesa

Ai lati dell’epifania divina s’inseriscono gli evangelisti e i dottori della Chiesa abbinati in coppie in corrispondenza dei quattro angoli: più vicini al Redentore coloro che per primi testimoniarono la Parola di Cristo, più lontani i grandi esegeti che ad essa si ispirarono per i propri commenti. I Dottori e gli Evangelisti sono disposti due a due: Matteo e Girolamo; Ambrogio e Giovanni; Luca e Benedetto; Marco e Gregorio Magno. Tutti sono descritti seduti su cattedre decorate e impegnati a scrivere su monumentali scrittoi di legno, dotati di leggio. Gli evangelisti sono accompagnati dai rispettivi simboli del Tetramorfo (l’angelo, il leone, il bue e l’aquila).

Schema della volta
Schema della volta

Il territorio e la storia di Riofreddo

Riofreddo si trova in provincia di Roma, ai confini tra Lazio e Abruzzo a circa 65 km di distanza dalla capitale e a circa altrettanti dalla città de L’Aquila, a 750 m s.l.m.. La stretta valle dove è situato Riofreddo, facente parte del bacino idrografico del fiume Aniene, costituisce un asse naturale di comunicazione tra le regioni tirreniche e quelle adriatiche fin da tempi antichissimi . Questa zona di valico, crocevia di confine fra la pianura romana e l’entroterra abruzzese fino al mare Adriatico, ha sempre costituito una frontiera tra popoli, governi e stati diversi. Nei secoli ha visto svolgersi commerci, transumanze, passaggi di eserciti, di briganti, di idee, di culti, di culture diverse.

I primi abitanti del territorio sono stati gli Equi, popolo dell’Italia preromana, romanizzati tra il IV e il III secolo a.C. Tra l’VIII e il IX secolo d.C., vi si insediò un cenobio di monaci Basiliani di origine orientale che  fondarono il Convento e la chiesa di San Giorgio, i cui ruderi sono ancora oggi ben visibili. Alla fine dell’XI secolo risale la costruzione, ad opera della famiglia Colonna, signori di questo territorio fino alla metà del XVI secolo, del Castello, dello stesso borgo e, molto probabilmente, dell’antico ospedale medioevale (oggi sede del Municipio).

Non dobbiamo pensare però all’ospedale come lo concepiamo oggi, era piuttosto un “albergo” – rifugio per viaggiatori stanchi o che cadevano malati durante il viaggio. Ogni ospedale medievale aveva una sua cappella: a Riofreddo era l’adiacente Oratorio dell’Annunziata.

Come arrivare a Riofreddo

Percorrendo l’Autostrada A24 Roma-L’Aquila è possibile uscire al casello Carsoli-Oricola, girare a destra in direzione Roma, proseguire per circa 8 Km e poi prendere il bivio a destra per Riofreddo; oppure, uscire al casello Vicovaro-Mandela, girare a sinistra in direzione Arsoli e proseguire lungo la strada statale Tiburtina per circa 15 Km, al Km 63,400 prendere il bivio a sinistra per Riofreddo. In alternativa, percorrere la Strada Statale Tiburtina Valeria fino al Km 63,400 e prendere il bivio per Riofreddo.

Il centro abitato è situato ad una altitudine di 650 metri sul livello del mare, per cui in inverno possono verificarsi situazioni di avverse condizioni atmosferiche (neve, ghiaccio, vento, nebbia, precipitazioni intense).

Per chi ama la buona cucina tradizionale, fatta con prodotti di prima qualità e tanta passione, consigliamo di provare la maestria di Luca prenotando un tavolo presso La cucina di Rio.

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