Le Virgole, un appuntamento estemporaneo fra chi ama scrivere e chi ama leggere.


Annette adorava la “cena con delitto” a casa dei Lambert, che ogni anno organizzavano questo gioco con un tema sempre diverso. I due coniugi inventavano la trama, creavano le schede destinate ai partecipanti con tutte le informazioni sui personaggi della storia e curavano ogni dettaglio in modo da rendere la serata il più piacevole e divertente possibile.

“Come sto?”, chiese Annette al marito mostrandosi nel suo enorme abito a balze. Aveva cercato in lungo e in largo un vestito adatto all’occasione, trascinando il marito in innumerevoli boutique di abiti di seconda mano per trovare qualcosa che fosse in tema con l’ambientazione ottocentesca prevista per la serata.

“Stai bene”, le rispose il marito senza guardarla. Silvain non era così entusiasta per la serata, era un tipo riservato, non amava stare in compagnia, soprattutto in compagnia dei Lambert, così chiassosi ed invadenti con le loro continue domande. Li considerava dei pettegoli.

Quella sera, più delle altre, Silvain non aveva alcuna voglia di accontentare la moglie, poi non sopportava quel gioco, pensava fosse stupido, i Lambert conoscevano sempre il finale della storia perciò non ci trovava alcun gusto nel giocare.

“Ascolta, io ti raggiungerò lì, ho avuto una chiamata dal lavoro, devo proprio andarci”, esordì Silvain guardando la moglie riflessa nello specchio.

“Di sabato mon cher?”, chiese Annette mentre era intenta ad osservare ogni centimetro del vestito in cerca di una qualsiasi piccola anomalia che avrebbe prontamente aggiustato, “non possiamo cominciare senza di te!”

“Arriverò in tempo per la cena, non mi ci vorrà molto. Tranquilla”.

Annette prese un taxi e giunta a Clichy si trovò davanti la schiera di palazzi tutti uguali del quartiere dove abitavano i Lambert. Aprì la borsetta cercando il biglietto con il codice da digitare per accedere al portone principale e non trovandolo, chiamò al telefono la padrona di casa: “Bonsoir Nadine, non ho il codice del portone, eppure ero sicura di averlo segnato su un foglietto!”

“Oh, nessun problema, il codice è 22435, ti apro anche l’altro cancello!”, cinguettò la signora Lambert.

Merci Nadine, arrivo!”

Digitò il codice e il portone si aprì di scatto, varcò il secondo cancello e a fatica salì le scale, facendo attenzione a non inciampare nel vaporoso vestito. Nadine l’accolse sulla soglia della porta. Anche lei indossava un abito lungo in tema ottocentesco, i suoi capelli erano raccolti e portava un vistoso copricapo.

“Prego, entra! Sono così felice di vederti! Dov’è Silvain?”, esordì Nadine.

“Arriverà tra poco, ha avuto un imprevisto al lavoro”, disse Annette, posando la borsetta.

“Buonasera Annette!”, disse il signor Lambert alzandosi dalla sedia, dove stava sorseggiando del vino in compagnia di un altro ospite che indossava un abito da maggiordomo, “voglio presentarti Marcel, siamo amici dall’infanzia”.

“Di solito l’assassino è sempre il maggiordomo”, sogghignò Annette.

“Staremo a vedere”, disse Marcel versando del vino alla donna e fissandola dritto negli occhi. Annette arrossì e Nadine, notando il suo imbarazzo, la invitò a prendere una boccata d’aria sul balcone. Lì, trovarono il piccolo Roi che riposava. “Sta invecchiando, non viene neanche più a fare le feste”, disse Annette accarezzando il cagnolino, poi si sedette e fissando il sole tramontare in un fiato disse “credo che Silvain mi tradisca”.

“Cosa?”, domandò Nadine, sorpresa dall’improvvisa confessione della donna.

“Sì, beh, è così assente ultimamente, poi questa chiamata urgente…”

“Scusate signore, fate come se non ci fossi”, disse Pierre da dietro le spalle della moglie mentre si accendeva una sigaretta.

Nadine cambiò subito discorso: “Oh, non vedo l’ora di cominciare il gioco, ci ho messo un po’ per elaborare la trama ma credo di aver fatto un buon lavoro, ci divertiremo sicuramente!”

“Sarà una sorpresa anche per me”, disse Pierre, “questa volta ha preparato tutto lei, io sarò un normale giocatore”.

Annette vide in lontananza l’automobile del marito. Finalmente era arrivato.

Nadine lo accolse con un gran sorriso.

“Scusate per il ritardo, come vi avrà già detto Annette ho avuto un’urgenza al lavoro”, disse Silvain stringendo la mano prima a Pierre e poi a Marcel. Annette lo fissò alla ricerca di un qualche segno che potesse incriminarlo, ma in realtà sembrava così sincero, poi in fin dei conti, conosceva bene suo marito e sapeva che era un pessimo bugiardo, al contrario di lei.

Finalmente si misero tutti a tavola, Annette aiutò Nadine a portare le pietanze che aveva preparato sin dalla mattina. Era tutto pronto per iniziare a giocare. Dopo qualche boccone Nadine si alzò da tavola e tornò con una busta gialla. “Questa volta sarai tu ad aprire le danze”, disse porgendo la busta a Silvain, che la prese con un po’ di esitazione.

All’interno non trovò regole o indovinelli, ma una grossa sorpresa che mai più avrebbe dimenticato. Nella busta erano ripiegate tre foto, e Silvain chiese stupefatto: “Che significa questa cosa?”

“Questa sarà la partita più veloce di sempre”, rispose Nadine, “non sarà difficile individuare i colpevoli”.

Le foto mostravano inequivocabilmente Annette e Pierre avvinti in un indecente amplesso.

Dopo qualche secondo di sgomento, Silvain riprese la sua solita espressione fredda e impassibile, quasi come se quelle immagini non lo avessero turbato. Come se in cuor suo sapesse che la sua Annette non era davvero sua. Si alzò, sistemò l’abito sotto lo sguardo sconcertato degli altri commensali.

“Mi ha sempre fatto schifo questo gioco”, disse. Poi in silenzio se ne andò accostando la porta dolcemente. Con la coda dell’occhio vide che in casa stava per scoppiare l’inevitabile inferno. Ne sorrise, quasi inconsapevolmente. “Magari stavolta il morto ci scappa davvero”, pensò mentre si avviava all’automobile.


Emilia Mattia De Luca sta impegnando le sue fresche energie per trasformare in realtà il suo sogno nel cassetto, che è quello di saper scrivere una storia che venga letta da tutti. Per questo si è iscritta al Corso di Scrittura Creativa organizzato congiuntamente da L’Occhio di Horus APS e dall’Associazione Caffè Culturale di Aprilia e si presenta con questo breve ironico racconto.

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