Continuano le esplorazioni di vestigia storiche, di luoghi abbandonati, di testimonianze di un passato più o meno remoto, pregne di significato e di significanza, in grado di raccontare vicende umane individuali e collettive, più o meno conosciute, più o meno nascoste, insieme con gli amici di Fotoforum – Attimi nel tempo.

Il luogo

Siamo sui prati di Tor Vergata, un’area della periferia sud est di Roma che, non fosse per la vicina sede dell’Università degli Studi e per l’annesso Policlinico, rappresenterebbe nient’altro che il crocevia tra la periferia orientale della Capitale e i vicini Castelli Romani: una distesa verde, ondulata, stretta fra le propaggini degli edifici universitari e le lingue d’asfalto delle strade consolari e dell’autostrada che collegano con il centro cittadino e con il resto del Paese. 

Qui, vent’anni fa, il 19 e 20 agosto dell’anno giubilare 2000, Papa Giovanni Paolo II incontrava i due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo che avevano raccolto il suo invito di celebrare la XV Giornata mondiale della Gioventù a Roma.

Immagine aerea del raduno del 20 agosto 2000 – fonte web

Oggi sullo sfondo azzurrino dei Colli Albani oltre le strutture dell’Università si stagliano vecchi palazzi degli anni Ottanta del secolo scorso e nuove costruzioni: intorno, prati incolti, erbacce, cumuli di terra e pietre, discariche abusive, materiali edili e attrezzature di un cantiere abbandonato. Su tutto troneggia una gigantesca struttura avveniristica, alta decine di metri, visibile praticamente da ogni angolo dell’area orientale di Roma, dal tratto della Roma-Napoli che costeggia Tor Vergata e, in tutta la sua ampiezza, dal belvedere di Frascati: la cosiddetta “vela di Calatrava”.

Il progetto della Città dello Sport

Il progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava prevedeva la realizzazione di un complesso sportivo polifunzionale su un’area di cinquantatré ettari di proprietà dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; in particolare erano previsti una coppia di palazzetti dello sport, uno per basket e pallavolo e l’altro per il nuoto, posti uno di fronte all’altro con a lato una coppia di laghi artificiali a formare una struttura a quadrifoglio. I due edifici simmetrici sono a pianta ellittica con struttura in calcestruzzo armato a setti, disposti a raggiera rispetto ad un unico centro; per entrambi è prevista una copertura reticolare in acciaio e vetro che ricorda due vele piegate dal vento.

Gli stadi internamente sono composti da gradinate che pongono gli ottomila spettatori del Palanuoto e i quindicimila del Palasport ad un livello molto elevato rispetto al campo di gioco o alla vasca.

Intorno a questa struttura sarebbero stati realizzati un campus da 1.500 alloggi per ospitare gli studenti universitari, piscine all’aperto e al coperto, pista di atletica, altre strutture sportive, parcheggi, padiglioni e gallerie per eventi e mostre.  Di fronte al complesso di impianti sportivi, era prevista una torre destinata al rettorato dell’Università e alta circa 90 metri.

La struttura, nelle intenzioni, era destinata a ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009.

Immagine render –fonte web

La storia dei lavori

Il progetto venne avviato nel 2005, il cantiere dei lavori iniziò il 21 marzo del 2007 con la posa della prima pietra. Il completamento dell’opera sarebbe dovuto avvenire in 750 giorni. Il costo previsto per la realizzazione dell’opera era di 60 milioni di euro, che diventarono 120 milioni già all’atto dell’assegnazione dei lavori tramite gara d’appalto. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori, si vide l’ulteriore raddoppio della previsione dei costi di costruzione che arrivarono così a 240 milioni di euro.

A dicembre 2008 venne deciso che i mondiali di nuoto non sarebbero più stati disputati a Tor Vergata, in quanto la struttura non avrebbe potuto essere completata in tempo, e si optò per l’utilizzo del Foro Italico, costruito tra il 1927 e il 1932 e già utilizzato per i Campionati mondiali di nuoto del 1994. Nonostante quest’ultimo fosse stato presentato come già pienamente efficiente, vennero comunque stanziati 45 milioni di euro per lavori di ristrutturazione di questo sito. La costruzione della “Città dello Sport” fu bloccata nel 2009 per mancanza di fondi nonostante quanto si fosse già speso fino a quel momento.

Nel 2011, grazie alla candidatura di Roma quale sede delle Olimpiadi 2020 si decise di riattivare il cantiere, ma il ritiro della candidatura, intervenuto nel febbraio del 2012, comportò la sospensione dei lavori e la loro definitiva interruzione per carenza di finanziamenti.

La città dello sport oggi – foto web

I costi

Ad oggi, rispetto al progetto iniziale, è stato edificato solo il 40% della struttura; dei due palazzetti gemelli è stata realizzata solo la struttura dello stadio del nuoto con l’intelaiatura della copertura e la struttura di base dell’adiacente palazzetto per il basket e la pallavolo. La copertura simile ad una vela a pinna di squalo (a cui i romani hanno dato il soprannome di “Vela di Calatrava”, che identifica ormai l’intera opera) è alta 75 metri e per tirarla su c’è voluto tanto ferro quanto nella Torre Eiffel (sei milioni e ottocentomila chilogrammi! E questo solo per metà progetto).  Attualmente i suoi 203 archi e gli incastri metallici sono abbandonati, limitandosi, a volte, a fare da sfondo a set cinematografici: prima la serie di Suburra, poi un film d’azione per Netflix.

Per la realizzazione di tutto questo, tra il marzo del 2007 e il dicembre del 2010, sono stati spesi 123 milioni di euro per la costruzione e 210 milioni in tutto, comprendendo progettazione, direzione lavori, collaudi, indagini archeologiche, Iva. Per portare a compimento l’opera sono stati stimati essere necessari altri 406 milioni di euro, di cui 281 per i lavori veri e propri, il che, sommandoli a quelli già spesi, porterebbe il costo per la realizzazione dell’opera a 620 milioni di euro, oltre 10 volte il prezzo iniziale.

Oggi il suo destino rimane in bilico tra improbabili ridimensionamenti degli impianti, riconversioni o completi abbattimenti, ipotesi quest’ultima suggerita dagli alti costi di gestione del cantiere (circa 300.000 euro l’anno) e dall’azione corrosiva degli agenti atmosferici sulle strutture ma che si prevede possa costare anch’essa qualche centinaia di milioni di euro. Intanto, la legge di bilancio 2021 appena approvata ha stanziato 25 milioni di euro per “la definizione dei contenziosi in essere con gli affidatari del progetto e dei lavori“.

Le immagini

Le foto della galleria sono per gentile concessione degli amici di Fotofurum – Attimi nel tempo: Alessandro Capecchi, Cristina Marchisio Fiammetta Villani, Marco Ermili, Michele Rucco, Rita Esposito.


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